CAM Museum – Maggio 2016
REMEMBER il corpo come oggetto ?
Dal Novecento al secondo millennio interconnessi e mobili.
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Link: https://www.thisisAntonio/
L’arrivo di Internet ha scardinato i teoremi del mercato imposto dell’arte, ha velocemente spinto verso un nuovo ordine economico fatto di geografie interconnesse, dove il corpo oggetto di Dell’Aversana-Varavallo si è mosso con estrema naturalezza, la scansione intima dei propri frammenti di corpo e di vita, ha generato nuovi corpi e nuova vita perfettamente integrata nella loro processualità operativa.
I loro corpi erano pronti alla fine del secolo scorso ad approdare ad una idea di privato ed intimità sempre più didattica e condivisa, sono stati pionieri lucidi del potenziale che si sarebbe sviluppato con la cultura digitale.
Il progetto di arte e di vita è basato sull’esperienza che accumulano, condividono e trasmettono, l’esperienza del corpo divenuto corpo genitoriale conta nel loro lavoro più e quanto i suoi benefit.Le loro emozioni trasmesse, vincono sulla funzionalità e la vendibilità del prodotto, i loro sono corpi ematici.Mirano a condividere la propria esperienza formalizzata attraverso i media digitali, empaticamente con i loro spettatori, la funzionalità del loro progetto di arte e di vita è interconnesso con la sua emotività , la loro percezione estetica è sensoriale, i sensi ed i significati del loro lavoro sono il territorio che condividono con lo spettatore.
Il loro lavoro ignora l’estetica massificata del webmarketing, loro non pubblicizzano niente, il loro corpo oggetto non è mai stato mercificato, anzi si è tutelato, mostrandosi per ciò che naturalmente è immettendosi in una nuova antropologia culturale del consumo, determinando una nuova economia, quella della dimensione dei valori simbolici.
La loro comunicazione è pietra miliare di una “nuova economia” dentro il sistema dell’arte dove si ridefiniscono ruoli ancestrali e divinità (Il corpo gravido e fertile di lei come può non farci tenere presente l’ancestrale rappresentazione della Dea Madre?) affermandosi simbolicamente su uno dei mali delle ricerche artistiche contemporanee (di cui io, lo scrivente, non sono esente) che è l’individualismo.
All’osservatore individualista Dell’Aversana-Varavallo fanno riflettere sul senso profondo della vita e dell’esistenza, gli ricordano cosa voglia dire nel profondo della struttura della consapevolezza umana fare network con i propri simili. La loro, prima di essere sperimentazione è co-creazione multitasking, dal corpo come sonda dell’altro corpo al corpo sondato e tracciato nei suoi percorsi dall’economia dell’informazione digitale.
Il Marketing di Dell’Aversana-Varavallo è marketing delle relazioni, sono dei cavalieri dell’esperienza vissuta e maturata, mercenari della natura delle relazioni in questo secolo non più convenzionale, delle anime tribali immerse in una realtà digitale; la loro grande qualità è quella di salvaguardare il patrimonio di conoscenza in dotazione dal secolo passato ed attraverso di esso accettare le sfide che il sistema sociale delle relazioni impone in un mutato contesto.
La loro vita è la cifra del loro brand, è questo si tratta di un valore simbolico importantissimo per loro, per voi, per noi e per me, non ha prezzo e li eleva ad artisti privi di codice a barra.
#Codiceabarra, #Antonio, #vitescannerizzate,#vitetracciate,#senzaprezzo